Pace per il Congo

Dopo l'intesa tra Ruanda e Unione Europea siglata nel 2024 per l'approvvigionamento di minerali rari, a causa dei continui crimini di guerra perpetrati da parte dei ribelli M23, il Parlamento UE esorta il governo ruandese a ritirare le sue truppe e lavorare per la pace, condannando l'occupazione di Goma e il sostegno economico europeo
Dal mondo

Pace per il Congo

La situazione è sempre più difficile nel Congo, dove almeno 11 persone sono state uccise in due esplosioni. Il Ruanda è stato sanzionato per il sostegno al gruppo armato M23.

Servizio di Maurizio Di Schino per TG2000 | 27 FEBBRAIO 2025

 

RDC

Fino a che punto il Ruanda si spingerA' in Congo?

Nel 1963, quasi tre dozzine di nazioni africane da poco indipendenti si riunirono ad Addis Abeba per fondare l’Organizzazione dell’Unità Africana. Tra i principi fondamentali abbracciati c’era l’inviolabilità dei confini nazionali esistenti di epoca coloniale. Il mancato rispetto di tali confini, concordarono, avrebbe aperto la strada a una rivendicazione irredentista dopo l’altra, minacciando di spaccare il continente.

Per gran parte degli ultimi sessant’anni, nonostante i confini siano stati ripetutamente violati e, in alcuni notevoli casi, ridisegnati, questo precetto legale è stato generalmente rispettato.

L’M23 sostiene di voler contrastare i gruppi estremisti hutu che hanno perpetrato il genocidio ruandese e si sono poi rifugiati nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Ma le Nazioni Unite e i vari Paesi donatori del Ruanda hanno da tempo respinto queste giustificazioni, consapevoli del fatto che il Ruanda, uno Stato densamente popolato e povero di risorse, ha sviluppato un appetito per i minerali di contrabbando della RDC ed è mosso da un puro interesse economico. In un discorso del 2023, il Presidente ruandese Paul Kagame ha affermato che i confini precoloniali del Regno del Ruanda si estendevano molto più in là delle frontiere attuali del Paese, sconfinando nell’odierna Uganda a nord, nel Burundi a sud e nella RDC a ovest...CONTINUA A LEGGERE

di Michela Wrong* (traduzione di Federica Riccardi) per Pagine Esteri | 4 MARZO 2025


 

Parlamento UE

Rd Congo: il Parlamento UE chiede lo stop al sostegno economico e militare al Rwanda

Approvata una risoluzione che chiede a Kigali di lasciare il nord-est del paese e che esorta a sospendere un'intesa sui minerali critici. I parlamentari vogliono che sia congelato l'aiuto all'esercito schierato a Cabo Delgado

 

Via le truppe rwandesi dal nord-est della Repubblica democratica del Congo, alt al sostegno economico dell’Unione europea all’esercito di Kigali e stop anche alla cooperazione con il Rwanda in fatto di minerali critici. Sono i punti chiave di una risoluzione che i deputati dell’Europarlamento hanno approvato ieri e che presenta toni molto più netti verso il governo del presidente Paul Kagame di quanto visto finora. Il contesto è quello dell’avanzata della milizia l’M3 e delle truppe rwandesi sue alleate nella provincia del Nord Kivu, dove hanno preso il controllo del capoluogo Goma, ma anche nel vicino Sud Kivu. 

Il documento è stato approvato dal Parlamento con una schiacciante maggioranza: 443 voti favorevoli, quattro contrari e 48 astenuti. Gli eurodeputati hanno condannato l’occupazione di una porzione sempre maggiore di territorio congolese, ritenendola una «flagrante e inaccettabile violazione della sovranità e dell’integrità territoriale della Rd Congo»...CONTINUA A LEGGERE

di Nigrizia | 14 FEBBRAIO 2025



APPROFONDIMENTI


"NO ALLO SCANDALOSO ACCORDO UE-RUANDA SUI MINERALI DEL CONGO  Il 19 febbraio 2024 l'UE ha firmato un accordo con il Ruanda per l'approvvigionamento di minerali critici e strategici (coltan, oro, cobalto, litio, etc) pure sapendo che questi minerali sono saccheggiati all'est della Repubblica Democratica del Congo! Come Rete "Insieme per la Pace in Congo", chiediamo l'annullamento puro e semplice di questo accordo scandaloso e criminale. Ringraziamo Padre Alex Zanotelli per questo messaggio"

LA PETIZIONE del 2024

Ci opponiamo fermamente al protocollo d’accordo di cooperazione sui minerali sensibili firmato dall’Unione Europea con il Rwanda il 19 febbraio scorso!

Da almeno un decennio, ma anche di recente, l’ONU dichiara che il movimento M23, che destabilizza l’Est della Repubblica Democratica del Congo, è manovrato e sostenuto dal Rwanda e perfino composto anche da sue truppe. Dall’Est del Congo, con il favore di responsabili corrotti a vari livelli, complicità alle frontiere e astuzie di vario genere, da anni vengono fatti uscire verso il Rwanda e altri Paesi confinanti ad est i minerali preziosi: coltan, oro, terre rare …Ma oggi, grazie ai territori occupati militarmente dall’M23-Rwanda, i minerali passano di continuo e senza trovare alcun ostacolo, ma al prezzo di morti, di violenze di ogni genere, di rapine di beni di una popolazione la cui colpa è solo quella di vivere in un territorio ricchissimo di risorse, delle quali, con ogni mezzo, tutti vogliono accaparrarsi, mentre, solo nell’Est, due milioni di sfollati sopravvivono miseramente e muoiono in tuguri di fortuna, in piena stagione delle piogge.

Appare, pertanto, sconcertante e ipocrita questo accordo che, a parole, vuole esprimere un forte intento di rispetto della legalità, secondo le norme di tracciabilità che l’Europa stessa si è data nel 2021, dichiarando di «favorire lo sviluppo di catene di valore durature e resilienti per le materie prime critiche», ovvero i minerali strategici e tanto ricercati in questo tempo di corsa verso la cosiddetta green economy, ma che nei fatti investe dei fondi per creare infrastrutture in Rwanda.
Un paese che non dispone di quantità significative di questi minerali, ma che è diventato grande esportatore solo grazie alle guerre che ha acceso nella Repubblica Democratica del Congo a partire dal 1996, sempre attraverso interposti movimenti di copertura, che in questi anni prendono il nome di M23.
Se l’obiettivo dell’accordo del 19 febbraio scorso, come dichiarato dal Parlamento Europeo in risposta alle tante critiche emerse, è «accrescere la tracciabilità e la trasparenza e rafforzare la lotta contro il traffico illegale di minerali» non era forse più opportuno sanzionare il Rwanda anziché stipulare un accordo proprio con chi sta aggredendo e saccheggiando il Congo?

Facendo eco a tante voci che si sono levate contro questo accordo, sia da parte delle autorità, di cittadini congolesi, di Paesi europei come il Belgio e di eurodeputati, anche noi come comitato “Insieme per la Pace in Congo” esprimiamo la forte richiesta all’Unione Europea di annullare tale accordo, per contribuire all’avvento della pace nella regione.

Riteniamo che solo un atteggiamento giusto e imparziale può favorire la coabitazione pacifica nella regione dei Grandi Laghi.

LEGGI LE NOSTRE PROPOSTE AL COMUNE DI PARMA PER IL CONGO

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